venerdì 18 dicembre 2015

C'è un modo giusto di essere mamma?

Non scrivo da tanto.
Tante cose da fare, tanti pensieri, poco tempo.
Oggi però ho fatto questa riflessione, e volevo condividerla con voi, ma anche capire se sono la sola ad averla fatta.

Ci sono millemila articoli, riviste, libri e manuali che ti dicono come si dovrebbe fare quando si ha un figlio.

Quando sei una neonamma...
Ci sono quelli che ti dicono di tenerlo sempre in braccio...quelli che ti dicono di lasciarlo piangere...
Ci sono quelli che ti dicono di allattarlo a richiesta...quelli che ti dicono di allattarlo ogni 3/4 ore..
Ci sono quelli che ti dicono di non dargli il ciuccio...e quelli che ti dicono di darglielo se non vuoi diventare un ciuccio umano...

Quando hai un bimbo più grande (un "toddler" per dirla all'anglofona)...
Ci sono quelli che "Parla già tanto per la sua età, lo sovrastimoli"...e quelli che "Visto che parla bene devi stimolarlo di più"
Ci sono quelli che "Devi farlo camminare di più"...e quelli che "Poverino, è ancora piccolo, portalo in passeggino"

E via così, all'infinito, indicazioni e consigli a non finire per ogni fase della sua crescita.

Ma la volete sapere una cosa? Sicuramente ci sarete già arrivate anche da sole...quello che pensate voi, insieme al papà del bambino, è l'unica cosa che conta, l'unica linea da seguire.

Io stessa per prepararmi alla nascita di Matteo ho letto un sacco, ero abbonata a non una ma a due riviste mammesche (eh, sai mai che mi sfuggisse qualcosa), mi sono documentata un sacco...e poi?

Poi è arrivato lui...e i miei buoni propositi sono andati a farsi benedire. 
Ho imparato giorno per giorno cosa vuol dire essere mamma e avere a che fare con un neonato.
All'inizio mi sembrava di affogare, poi ho imparato a gestirmi e a gestirlo. Un po'. Forse. Ma coi nostri ritmi, in base alle nostre esigenze, a ciò che sembrava giusto a me e al suo papà. Non in base a quello che avrei dovuto fare.

Avrei voluto fare diversamente? Forse, a volte. 
Mi sarebbe piaciuto portare, ma a lui proprio non piaceva e non ho insistito. 
Mi sarebbe forse piaciuto allattare di più, perché sì, l'idea che fino ai 12 mesi la tetta è importate mi era entrata ben benino in testa, ma quando lui non ne ha più voluto sapere, a nove mesi esatti, pace, non ne ho fatto una tragedia. E poi diciamocelo, così non ho avuto a che fare con l'allattamento di un bimbo coi denti, non male direi!

Potrei fare mille mila esempi di cose che avrei potuto/voluto fare diversamente. Ma alla fine chi se ne frega! 

Faccio del mio meglio quando sono a casa e vorrei scappare in ufficio perché mio figlio dopo un po' è troppo stancante.
Faccio del mio meglio quando sono in ufficio e vorrei scappare a casa perché "oddiosonounamadredegenereabbandonomiofiglio11orealgiorno".

Insomma, io ci provo. E vi dirò, forse ci riesco ad essere una brava mamma per mio figlio, perché quando torno alla sera corre incontro ad abbracciarmi non mi lancia addosso oggetti contundenti, ma mi riempie di sorrisi, baci e coccole. Per ora, ma come diceva qualcuno "del doman non c'è certezza"!

Irene 


2 commenti:

  1. Verissimo!! E sono certa che lo sei davvero!

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  2. In fondo le brave mamme ascoltano i consigli ma usano il cuore.
    Ogni bambino è a se. Non è detto che quello che va bene per uno vada bene per un altro.

    L'importante è amare! :)

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